domenica 27 febbraio 2011

Marocco on/off by Fagot - giorno 4

4° giorno Tenerhir – Boudenib 330 km 
Il caldo comincia a farsi sentire, ma la prima parte del percorso punta verso Nord e le montagne dell’Atlante, quindi per qualche ora ancora un po’ di fresco. Dopo 15 km iniziano le gole del Todra, meno estese di quelle del Dades, ma altrettanto spettacolari. Qui il fiume si è incanalato nelle rocce che arrivano nel punto più alto a sovrastare la strada di ben 300 mt.
 Tempo 1 ora sono al villaggio di Tamtattouche, con le sue pregevoli casbah in fango.
 Sulla sinistra del villaggio si apre una pista di circa 40 km che riporta verso le gole del Dades ma proseguo sulla strada di montagna per arrivare fino ad Amellago, dove mi attende un’altra pista che scende verso Goulmima. L’altopiano è piacevole da percorre con ampi curvoni e panorami che cambiano repentinamente, ma non vedo l’ora di ritrovare il fuoristrada. Arrivato ad Amellago imbocco la pista e dopo soli 10 km l’amara sorpresa: gli operai stanno stendendo l’asfalto e non mi lasciano proseguire. Devo tornare indietro e prendere la strada normale che scende verso Sud. La cosa mi irrita non poco, ci contavo, ma giustamente l’ esigenza degli abitanti di questi villaggi sperduti di avere strade decenti da percorre soprattutto in inverno, mi fa riflettere. Così affronto la discesa stradale finché poco prima di Goulmima imbocco una pista desertica che porta verso Ar Rachidia.
 A metà della pista mi fermo sulla sommità di una collina pietrosa dove una tenda e una casetta in fango, sembrano messi lì come autogrill.
 Neanche il tempo di prendere dallo zaino il mio pranzo che vedo arrivare un vecchio pick-up con un vecchio pastore. E’ il proprietario del “posto” e avendomi visto arrivare dal pascolo a qualche chilometro di distanza è venuto ad accogliermi. La tenda è la sua cucina e mi invita subito per un tè, insieme all’offerta di acqua fresca, pane e frutta. Impossibile rifiutare e così trascorro più di un’ora con El Razit (questo il suo nome) a chiacchierare del suo lavoro, della sua e mia famiglia, a trascrivere il suo indirizzo, perché vuole assolutamente che la prossima volta che tornerò in Marocco, io vada ospite a casa sua a Rabat. Alla fine ci salutiamo come tra padre e figlio, con abbracci, baci e raccomandazioni del tipo “roulez doucement sur le piste et dans les oued” e “presque l’Algerie, si tu voix une tende roulez tout droit et ne te ferme pas, c’est dangereux!!”. Sono così commosso e felice dell’ospitalità e generosità dimostrata dal popolo marocchino, che i km. verso Ar Rachidia scivolano in un attimo. E’ ancora presto per fermarsi, così punto verso Est, verso l’Algeria.
 E’ metà pomeriggio quando trovo un venditore di benzina e un piccolo albergo nel centro di Boudenib.
 Domani mi rifaccio col deserto, quello vero.