domenica 27 febbraio 2011

Marocco on/off by Fagot - giorno 2

2° giorno: Midelt – Imichil 200 km 
E’ l’alba quando il canto del muezzin che chiama i fedeli alla preghiera mi arriva dalla finestra, ma sono già sveglio da un pezzo. La tappa di oggi prevede la prima pista di montagna: il Cirque Jaffar. Si tratta di un percorso ad anello di circa 100 km che parte e ritorna a Midelt, tagliando a mezza costa il Jebel Ayachi e i suoi 3700 mt. Ho programmato di percorrerlo per due terzi e poi di puntare verso Sud- Ovest verso il Plateau des Lacs di Imichil. Sono così eccitato dall’idea di cominciare a fare un po’ di off che alle 8.00 sono già in sella e non curante della temperatura esterna ancora ferma sui 10 gradi, infilo in un attimo la strada che esce dal villaggio. La pista sale lentamente tra i boschi di cedri centenari: sulla sinistra la montagna con le vette coperte di neve a destra invece la vallata si apre sempre di più, lasciando intravedere panorami mozzafiato.
 L’altimetro del GPS continua a registrare valori sopra i 2.200 per quasi 50 km, mentre la vegetazione cambia e cominciano ad apparire i primi abeti.
 Arrivato al passo, la discesa si mostra abbastanza impegnativa, con pietre grosse e smosse. Dopo 500 mt. un masso enorme precipitato taglia la pista, lasciando circa 1,5 mt. di passaggio libero: la moto passa ma un 4x4 rischierebbe di sicuro di precipitare a valle.
Prima di un oued sbaglio bivio e mi trovo in un vicolo cieco, così impiego 10 minuti a girare il bicilindrico su una piccola piazzola di pietre. Ora si torna a salire tra i boschi e le pause si limitano agli incontri con i pastori, per lo più ragazzi molto giovani che mi chiedono da fumare. Nel giro di 20 km finisco il tabacco e le cartine: “Questa sera faccio scorta di sigarette da regalare” mi dico salutando gli ultimi.
Dopo un breve tratto di asfalto che raccorda con la valle, si apre un pistone velocissimo. Il GS scalpita, 4a e 5a piena si fanno sentire, la velocità sale fino ai 110/120……. finché mi riconnetto col cervello e mi costringo a chiudere un po’ il gas, non è il caso di lasciarsi andare troppo.
Finito il pistone, la strada procede parallela ad un oued fino al villaggio di Agoudim. Le precipitazioni dell’inverno sono state abbondanti e l’irruenza delle acque torrenziali ha spazzato via molte parti di carreggiata.
 Nel villaggio donne lavano i tappeti e li posano ad asciugare sulle rocce roventi, regalando macchie di colori cangianti all’ocra delle montagne circostanti.
 Si torna a salire di nuovo, la pista dal villaggio di Anefgou però è ormai un cantiere: grossi camion e scavatori preparano il fondo per l’asfalto.
 Al passo di 2.500 mt. lo spettacolo è stupendo e mi godo il panorama per mezzora buona prima di scendere verso Imichil.
 Una volta arrivato scorro velocemente il paese e mi dirigo a Nord, così dopo una ventina di km. di pista in terra arrivo fino al Lac d’Isli. Una perla azzurra incastonata nelle montagne brulle.
Sono le 16.30 quando mi siedo nel portico di un albergo a sorseggiare tè alla menta con mandorle e mi accorgo che oggi non ho pranzato.