domenica 27 febbraio 2011

Marocco on/off by Fagot - giorno 3

3° giorno Imichil – Tenerhir 280 km 
Oggi il cielo è coperto e complice l’altitudine l’aria è ancor più fresca di ieri mattina. Prima meta è il passo Tizi-n-Ouano a 2.900 mt, ma la pista si fa attendere ben 35 km prima di iniziare. Sale dolcemente, senza fretta tra la valle. Tre bambine che raccolgo erbe mi fermano: hanno voglia di chiacchierare un po’ e di qualche “bon bon” da mangiare. Fanno le civettuole e quando togliendomi il casco vedono il mio orecchino, mi chiedono di regalarglielo. Con il mio francese preistorico gli spiego che sono 30 anni che lo porto e sarebbe come perdere un pezzetto di me. Capiscono e ridendo mi augurano un “bonne route”.
Il passo si fa sempre più vicino, mentre comincia ad apparire la neve ai bordi della pista che sciogliendosi crea lingue di fango appiccicoso.
 Una volta arrivato lo scenario è magnifico, con le vette ancora innevate e sotto la valle del Dades, che scorrendo nei millenni ha scavato delle gole nelle rocce sedimentarie.
 Per alcuni chilometri la discesa è ripida, a tornati stretti e con pietrame smosso, fino all’oued che in questo periodo è un torrente agitato.
 Il guado è corto, 5 massimo 6 metri, ma abbastanza profondo. Indugio un attimo poi butto la prima. La moto nella prima parte avanza senza problemi, ma un attimo dopo sprofonda in una buca. Lo scarico sbuffa direttamente nell’acqua che oramai arriva alla sella, ma per fortuna con un colpo di gas e una zampata sono fuori, prima che lo “snorkel” dell’aria cominci a bere. Ho le gambe fradice e l’ondata provocata dall’anteriore mi ha lavato anche la faccia, ma mi metto a ridere dalla contentezza per essere riuscito a passare indenne.
Arrivato al villaggio, la pista lascia il posto alla strada che si snoda tra le gole.
 Si cominciano a vedere un po’ di turisti su e giù con camper e auto. Per fortuna quasi tutti si fermano alla balconata che da sui tornati, senza risalire la parte più inesplorata e selvaggia, ma altrettanto stupenda da cui provengo.
 Pochi chilometri nella valle che si abbassa allargandosi sempre più lasciando così spazio ai villaggi e alle casbah dalle torri in fango.
 Prima di arrivare a Boumalne de Dades giro verso Ovest su una pista di montagna. Il sole ora splende e la temperatura comincia a salire velocemente. La piccola valle laterale è desertica per 15 km poi all’improvviso spunta un oued e il tutto diventa verde. Dal piccolo villaggio parte una mulattiera che devo affrontare in prima e seconda per alcuni chilometri fino al passo.
 Lì, di nuovo, la natura disegna cartoline memorabili con le vette dell’Alto Atlante ad Ovest tutte innevate, la valle del Dades con la nazionale che scende fino Ouarzazate a Sud e l’inizio della zona desertica verso Est.
 Scendo con cautela i primi tornati scavati dalle acque torrenziali e poi in un attimo sono sulla nazionale.
 50 km di lunghi rettilinei nel deserto stepposo e in poco tempo sono a Tinerhir: mi accolgono un vento che porta sabbia e 26° di temperatura.
 Chiamo l’Italia e mi dicono che sulle Alpi nevica…..